lunedì 21 settembre 2009

STEPHEN KING


Esistono recensioni su autori? Se no, eccovi la prima. Recensire un autore è dura e difficile, come recensire la Bibbia o una guida ai vini d'Italia. Eppure mi sento pronto a farlo perché lui, Stephen King, è senza dubbio il mio autore preferito, lo zio americano che periodicamente, da quando avevo undici anni, viene a farmi visita per raccontarmi (superbamente) le sue storie. Storie simili ai maglioni di lana lavorati dalla nonna: costituite da una trama semplice i cui spessi fili sono facilmente percorribili, intessute con un estro imputabile solo a chi della parola ne ha fatto un sogno e poi una professione. Storie che come maglioni ti avvolgono tutto. Maglioni particolari che possono donarti uno splendido calore come un freddo molesto che rompe indisciplinato il passaggio a livello dei muscoli e delle ossa e si lancia selvaggiamente sull'autostrada dell'anima cercando di creare più scompiglio possibile. E la polizia riesce a prenderlo solo quando le auto della scuderia "i mostri non esistono" sono state tutte sistemate a dovere. Così sono le storie delo zio Steve. Belle, si, ma inquietanti. Lui è il primo che tratta l'horror con naturalezza, cinismo, sarcasmo, ma in somma verismo. E' questo il motivo del suo grande successo.
Tutto questo ditirambico sproloquio non serve solo a celebrare uno che dei miei complimenti non se ne fa gra che, ma anche per annunciare pubblicamente che non recensirò mai un suo libro! Un po' per abulica pigrizia, un po' perché quasi tutti i suoi romanzi sortiscono in me il medesimo effetto. I titoli coi voti numerici basteranno...

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