martedì 2 giugno 2009

Il Club del marshmallow


Il club del marshmallow

“Giuro solennemente di non rifiutare mai il marshmallow!”
“In caso contrario, qual è la pena?” chiese Brizio. “La morte!” rispose Cosimo. “Bene” continuò Peppe, “ sei stato iniziato. Ora fai parte del nostro esclusivissimo circolo!”.
“Congratulazioni, Co’ ”, disse Leo.
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Occhi malati guardavano la scena…
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Leo camminava tranquillo, sul viale. Stava andando a studiare sassofono. Aveva orecchio, il ragazzino. Ma non il buonsenso. “Ciao, bimbo!”. Occhi allegri, si. Ma malati. Come le sue parole. “… chi sei?” chiese Leo. “Sono il re dei marshmallow. Seguimi, ne avrai in quantità, di qualità, di ogni tipo, in ogni maniera!”. Per Leo avrebbe anche potuto fermarsi a “marshmallow”. Lo seguì, per le strade desolate che portano alla periferia. Una baracca. Leo si sentì a disagio. Ma, varcata la soglia, gli passò: “Sembra la casetta di Hansel e Gretel!” pensava. Era piccolo ma grande abbastanza per non credere più alle favole. Purtroppo. Posato il sax a terra, cominciò ad ingozzarsi. Luci, suoni, colori. Nella sua testa c’era il capodanno. Come se fosse drogato. Drogato. Il signore gli porse il sassofono: “ Suona per me!”. Sull’imboccatura, invece dell’ancia, c’era un affilatissimo coltello…
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“Ciao, bimbo!”. “ Che vuoi?” rispose Peppe.
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“Ciao, bimbo!”. “Ciao…”, rispose Brizio.
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“Ciao, bimbo!”. Cosimo continuava a camminare, non prestando confidenza all’estraneo, come gli aveva ben raccomandato la madre ( non prendere caramelle dagli sconosciuti!). “Li vuoi i marshmallow?”. E quelle non erano certo caramelle.
Ancora fedele al giuramento, Cosimo annuì. “ Signore, me li cucina sul fuoco? Mi piacciono sciolti.”. “E va bene. Vieni con me.”. Il signore mantenne la promessa. Andò in cucina e lo lasciò solo nella stanza adiacente, confidando nella sua ingenuità. Cosimo si guardò attorno: marshmallow dappertutto! C’erano persino bobinoni di marshmallow arrotolato, grandi quanto bambini. Bambini.
“ Signore, posso assaggiare quelli?”

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