venerdì 2 ottobre 2009

RACCONTI DEL TERRORE di Edgar Allan Poe


All'interno di ogni libro, almeno UN riferimento ad altri libri c'è. E' questo il bello della lettura, che diventa così una ricerca, un immenso flipper in cui tu sei la pallina e vieni sballottato qua e là dalla tua voglia di conoscere. Solo che non esiste punteggio, e nemmeno "game over". Il rimando a Poe è stato da me rinvenuto in un libro di Stephen King (e di chi altri se no). Come ogni libro che si rispetti, "Racconti del terrore" di Edgar Allan Poe, comincia davvero da... diciamo male. Tanto che la mia solita (stolida) presunzione, più o meno verso pagina vetisette, mi ha portato a esclamare:"Diventerò qualcuno!". Ma arrivato a pagina trecentoventidue, la mia baldanza spirò, letteralmente trucidata dai fendenti inferti da ogni racconto, capolavori di "terror" e di "brevitas" forgiati con la minuziosa cura che può appartenere solo a uno scrittore della fama di Edgar. Ci sono racconti di scarso interesse, a volte insopportabili per la loro troppa lunghezza e per la pesantezza stilistica che caratterizza lo scrivere poiesco. La maggior parte (quella che conta) però, rasenta quella che noi esseri umani chiamiamo "perfezione". Ogni singola parola, ogni singola scelta di stile, di lessico, di sintassi, di interpunzione, mira ad un unico fine: l'angoscia del lettore, che finisce per credere (seppur in parte) ad ogni storia che viene raccontatagli, per ragionare sulle reali paure, sovracostruzioni, a volte malattie che affliggono la psiche dell'uomo. E' forse per questo che Poe è considerato uno dei padri dell'horror moderno e uno dei maggiori esponenti di questo magnifico genere letterario il quale a breve mi stuferò definitivamente di recensire, ma che non mi stancherò mai di leggere. E di scrivere.

P.S.:Non comprate il libro in figura (costa 8 euro e contiene pochi racconti). Cercate le raccolte più grandi e più economiche. Tanto è morto e non ci guadagna nulla.

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