domenica 9 agosto 2009

La chimera - Sebastiano Vassalli

“Nel presente non c’è niente che meriti di essere raccontato. Il presente è rumore: milioni, miliardi di voci che gridano, tutte insieme in tutte le lingue e cercando di sopraffarsi l’una con l’altra”. Ecco perché Vassalli decide di uscire da questo rumore. E ci porta indietro con sé di ben quattro secoli, sulle rive del Sesia, in un villaggio della pianura padana, inesistente ai nostri giorni. Qui è narrata la storia di Antonia. Orfana, trascorre i suoi primi anni di vita in convento, adottata poi da una coppia di contadini consuma il resto della sua vita a Zardino. Antonia era destinata al rogo e all’odio dei suoi concittadini; il motivo? Era diversa, prima di tutto. Era bella, troppo bella, troppo da suscitare indecenza e perché no, anche invidia; onestà e bellezza non vanno certamente d’accordo tra loro, almeno così sosteneva il giudice che ebbe il compito di processare la ragazza. Osò rifiutare proposte di matrimonio di nobili ricchi, uno scandalo per l’epoca. Si innamorò di un camminante, un vagabondo, un poco di buono insomma. Un pittore ritrasse la Madonna con il volto di Antonia, che indecenza! E per di più accadevano fatti strani in quei tempi: bestie malate, bambini feriti, intere famiglie che perdevano la voce. Una coincidenza? Certo che no, era sua la colpa, era una STREGA! Incontrava di nascosto il Diavolo, progettava malefici contro gli ignari abitanti di Zardino, non c’erano dubbi. Per questo meritava di morire, al rogo! Ma come è possibile tanta atrocità, perfino da parte del parroco, della Chiesa stessa? Quella Chiesa non più fondata sulla fede, ma più che altro legata alle cose e alla politica del mondo, che risentiva degli scontri tra papato e Signorie, dell’odio all’interno della stessa gerarchia ecclesiastica. Non c’è infatti da stupirsi se proprio Antonia fu la vittima delle dicerie popolari, di tanta discriminazione, di troppa ignoranza.
Chissà, forse è solo un’illusione, “il rumore” c’è sempre stato. E trascina con sé paura, paura del presente, per cui la soluzione più comoda per attenuarla è cercare qualcosa di inesistente, qualcosa di immaginario, proprio come la chimera.

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