lunedì 28 giugno 2010

PROLOGO DELLA TESINA DI FILOSOFIA

Conobbe la sua bella in quella sera
dietro a quel dì nel qual v'era la prova ,
quel dì di vetro in cui da lui potevano
le tasse del saper esser riscosse.
Per quanto schiettamente egli 'l sapesse,
rivolse ver l'amor 'l suo interesse...
Destossi il sol, e il giorno pur con lui,
fatal quanto radioso. Non eran bui
rovelli a soqquadrar l'animo suo,
quando una voce si levò, nefasta,
levando il sinistrato dal suo posto:
"Del giro, tu soltanto sei rimasto."
Dunque andò, come va 'l capretto al rogo.
Non è via per lascar dell'ansia 'l giogo,
sia d' affrontar l' esame, o l' Ogopogo...
Su Galilei, Descartes, Spinoza e Locke
si interrogava, e pur su Bruno l'occhio
docente scorse una domanda ad hoc:
E il nostro buon non seppe dir per cosa
i due panteismi di Bruno e di Spinoza,
per qual motivo, insomma, non si sposano.
Per ben non tratteggiò la differenza
tra quel che Benedetto e Renèe pensano
riguardo la question della sostanza.
Raccimolò un sei pieno di vergogna,
col chiodo di rifarsi, pen la gogna:
Ormai quell' aureo nove è un aereo sogno.
E venne il tempo, al fine, del riscatto:
studiò, studiò, studiò, diede di matto,
vegliò 'l giorno, la sera e anche la notte.
L'asettica cifra araba a verbale
voleva dire sette e mezzo. Male!
La volontà di tutti e generale
differivan, ma di poco. Rousseau...
Che tiro il tuo concetto gli giocò!
Potea sbirciar, ma preferì di no.
Ma perché dimostrò grande passione,
il maestro dié la sua disposizione
per un' ulteriore interrogazione.
Errare è umano, giusto, a volte logico
però 'l perseverar è pur diabolico.
Ma ai proprii errori riparar, è angelico.

Haiku

Muchuu na satsujin.
Kare no ha shindoushiteru:
namida to ketsueki .