sabato 26 settembre 2009

SCHIOCK! (Ipnosi progressiva)


"Sei pronto?" "Quando vuole, dottore." "Bene, allora...procediamo. Cosa vedi?" "Dune di sabbia mi si moltiplicano davanti, a perdita d'occhio. Comincio a sentir caldo...ma non è il sole a provocarlo. In alto, nel cielo, due dragoni infuocati, l'uno bianco, l'altro rosso, si scannano senza posa. Il bianco precipita poco lontano da me. La terra trema e il cielo si sta oscurando. Il drago cremisi è sempre lì, cristallizzato nello sfodo nero. Sorride... Ogni singolo granello di sabbia ora fluttua a mezz'aria, rendendo anche me sospeso in una snervante attesa. Questi corpuscoli stanno lentamente (ma inesorabilmente) trasformandosi in corpi. Insetti. TROPPO grandi.Insetti schifosi!! Sono su di me! AIUTO!!!!Uhuhuhuhuh..."
"(Che sia ipnosi progressiva? Che questa sia la sua ultima esistenza terrena e abbia visto...non oso pensarlo...la vita oltre la morte?) Rilassati, Mattia, è solo una visione. Ora proverò di nuovo a farti rivivere un frangente della tua vita passata. Sperando che funzioni, stavolta...ci sei?" "Si." "Schiock. Racconta." "Lo stesso deserto, la stessa calura, gli stessi dragoni che inscenano laloro battaglia apocalittica...è ancora il rosso ad avere la meglio. Oh, no! Dottore, faccia qualcosa! Schiocchi le dita! Schiocchi le dita!" "Sta calmo, Mattia, è solo un sogno!" "Che dolore! Mi stanno uccidendo!!" "Chi è sotto ipnosi non può percepire il dolore!" "Schiocchi le dita! Questo è un INFERNO!" "Ma.." "Mi sbottoni la camicia, dunque!" Il dottore, alla vista di tutte quelle punture grondanti di sangue misto a pus..."...Schiock! Svegliati, Mattia." Ma quello non dava segni di vita. "Ora chiamo un ambulanza.(Aspetta...chi crederebbe mai a questa storia? Chi non incolperebbe me di questo orrore?)"Dottore..." biascicò Mattia, mentre gli veniva somministrato l'eterno sonnifero.

mercoledì 23 settembre 2009

Bloody Xmas (Rosso Natal)


Ero disteso supino, al buio. Legno duro mi inscatolava. Improvvisamente avvertii una sorta di richiamo... il cuore palpitava; una nuova forza prorompeva in me. Sfondai la prigione di legno e mi ersi sulla terra bagnata. Ora comincio a ricordare, si...
La brezza notturna mi carezzava il viso. Le luci notturne rallegravano la città, ma di certo non me. Eppure adoravo il Natale, da bambino... particolari. Avevo una GRAN FAME. E' stato come se mi brontolassero le vene. Presto mi accorsi di come mi guardavano gli altri: in quegli occhi leggevo terrore, in quegli altri addirittura ribrezzo. Ero sporco, e allora? Avevo una fame tale che avrei volentieri mangiato il lupo, nonna e cappuccetto comprese. Con stupore mi sorpresi a pensare che queste ultime mi allettavano anche più del lupo. Cappuccetto rosso... ROSSO! Che fame che avevo! E dovevo avere anche una brutta cera, proprio brutta, per sortire questo effetto sulla gente. Ad un certo punto persi il controllo di me. Vedevo le mie mani afferrare una fanciulla e i miei denti affondare nel suo collo. Banchettavo col suo sangue...! ROSSO... Ora su quei volti c'era ostilità. Odio. Erano troppi per me, tanto da costringermi alla fuga. Proiettili (per fortuna non d'argento) mi perforavano il corpo. In altri tempi mi avrebbero ucciso. Trovai scampo da quella turba inferocita in questa chiesa, durante la celebrazione della messa di Natale. Mi segnai con la croce e poi... poi non ricordo più nulla. A parte l'annebbiamento dei sensi e la catartica, cauterizzante, palingenetica, quasi detergente sensazione di calore e liberazione... Inoltre mi pare di aver provato dolore ai denti, come se si stessero ritirando. Ma non credo che questo c'entri molto. E' davvero tutto. Posso andare ora? Ehi, ehi... fermi! Cosa volete farmi con quel paletto?!

martedì 22 settembre 2009

NOTORIETA'


ANNO 2000
22 GIUGNO
"Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Come ti chiami?" "Tom Ners, padre." "Bene, Tom. Di cosa vuoi chiedere perdono al Signore?" "Comincerò dal principio: ho sempre voluto entrare nel mondo dello spettacolo, e i continui provini mi hanno un po' allonatanato dalla mia..." "Suvvia, Tom, non preoccuparti. Prosegui." "... dalla mia famiglia. Loro me lo rinfacciavano sempre, volevano che cercassi un lavoro stabile; ma io ci credo nei sogni sa, padre? Perseveravo nei miei tentativi ma nulla valse. Per me era un pallino fisso, più importante anche della mia stessa vita. Ma Shirley e Noemi erano la mia vita! Sighsigh..." "Su su, fatti forza Tom. Dimmi tutto, sfogati." "In TV spesso si vedono i genitori delle vittime di omicidio, allora io, per stare in quella fottuta SCATOLA RUMOROSA DEL CAZZO! Ahahahah, sighsighsigh..." "Che hai fatto?" "Le ho uccise, padre, mia moglie Noemi e mia figlia Shirley. Per qualche giorno sono stato bersagliato dai mass-media. IO, il disperato padre di una ex-famiglia. Ma, lo sa bene, non esiste il delitto perfetto; tutto scoppiò come una bolla di sapone. Ma almeno posso ben dire di aver realizzato il mio sogno!".
Il prete non aveva mai sentito una storia simile, da nessun carcerato. Cosa era disposto a fare un uomo, per notorietà! Lo assolse da tutti i suoi peccati, e se ne andò.
Tom venne scortato al patibolo da due guardie. Mentere sentiva le ossa del suo collo spezzarsi, pensò che quella confessione non l'avrebbe mai sottratto al fuoco dell'Inferno...

ANNO 2302
13 MARZO
69esimo anno dall'inizio del quarto conflitto mondiale
Tv: "Buona sera, qui Roby Tod.E' stato rinvenuto in Re... Street 19 un cadavere privo di lesioni! La scientifica dichiara che potrebbe trattarsi di morte naturale. Un caso del genere non si verificava dal 2288..."

lunedì 21 settembre 2009

Libri di Stephen King

Le notti di Salem Voto: 8+
Gli occhi del drago Voto: 8.5
Duma Key Voto: 9-
Misery Voto: 9
IT Voto: 9
Mucchio d'ossa Voto: 7+
L'ultimo cavaliere Voto: 8--
Cujo Voto: 8-

STEPHEN KING


Esistono recensioni su autori? Se no, eccovi la prima. Recensire un autore è dura e difficile, come recensire la Bibbia o una guida ai vini d'Italia. Eppure mi sento pronto a farlo perché lui, Stephen King, è senza dubbio il mio autore preferito, lo zio americano che periodicamente, da quando avevo undici anni, viene a farmi visita per raccontarmi (superbamente) le sue storie. Storie simili ai maglioni di lana lavorati dalla nonna: costituite da una trama semplice i cui spessi fili sono facilmente percorribili, intessute con un estro imputabile solo a chi della parola ne ha fatto un sogno e poi una professione. Storie che come maglioni ti avvolgono tutto. Maglioni particolari che possono donarti uno splendido calore come un freddo molesto che rompe indisciplinato il passaggio a livello dei muscoli e delle ossa e si lancia selvaggiamente sull'autostrada dell'anima cercando di creare più scompiglio possibile. E la polizia riesce a prenderlo solo quando le auto della scuderia "i mostri non esistono" sono state tutte sistemate a dovere. Così sono le storie delo zio Steve. Belle, si, ma inquietanti. Lui è il primo che tratta l'horror con naturalezza, cinismo, sarcasmo, ma in somma verismo. E' questo il motivo del suo grande successo.
Tutto questo ditirambico sproloquio non serve solo a celebrare uno che dei miei complimenti non se ne fa gra che, ma anche per annunciare pubblicamente che non recensirò mai un suo libro! Un po' per abulica pigrizia, un po' perché quasi tutti i suoi romanzi sortiscono in me il medesimo effetto. I titoli coi voti numerici basteranno...

mercoledì 16 settembre 2009

MADAME BOVARY di Gustave Flaubert


"Madame Bovary". Mai avuto intenzione di acquistarlo. Forse per una vaga eco che questo titolo mi faceva rimbombare nella testa, un'opera teatrale, probabilmente tragica. Sarà per il nome femminile che il mio imperituro maschilismo ha sempre trasformato in un'inquietante porta cigolante con su scritto:" Don't read me". E' vero: chi disprezza vuol comprare, ma io non ho mai osato far fuori la mia paghetta per qualcosa che avrebbe potuto non piacermi.
L'incontro con questa speciosa donna francese è avvenuto per caso. Lei se ne stava seduta tranquilla e polverosa su uno scaffale della casa in vacanza, probabilmente lì dimenticata dal precedente inquilino (qual pessimo amante!). La presi, la accarezzai, e lei mi si aperse, completamente: cominciò a narrarmi la sua storia dicendo, più o meno, le testuali parole (che non credo mai oblitererò dal mio cuore): "Sono nata a Rouen, un piccolo borgo di campagna distante mezza giornata di calesse da Parigi. Oh, Parigi... Lì (a Rouen, intendo) ho trascorso la mia infanzia con mio padre, predendomi cura della casa e talvolta aiutandolo nella fattoria. Poi è arrivato quel Carlo, mio marito, l'uomo che mi ha rovinato la vita trascinandomi con sé in una trappola di noia e mediocrità a cui ho trovato scampo solo con la morte!
Volevo uscirne, provare nuove esperienze, viaggiare, e fare tutte quelle cose belle che si fanno nei miei amati libri. Ho cercato di occupare tutta me stessa abbandonandomi a Dio, ma molte volte sono sprofodata nella perdizione a causa dei miei ripetuti adulterii. Il pensiero di questo o quell'altro uomo, il pensiero di ciò che non potevo ottenere, il pensiero di Dio, che per certo non mi avrebbe voluto con sé dopo la vita (infatti eccomi qua!) mi ha portato ad un crollo emotivo, una esasperazione che a volte sfociava nella malattia, a volte nel compimento di azioni sconsiderate. Sai, ho scialacquato tutta la dote di famiglia in sciocchezzuole che i facevano sentire una donna distinta e raffinata, come agognavo essere in realtà.
Le trappole si andavano moltiplicando: alla noia e all'insoddisfazione si aggiunsero la morsa dei debiti e le continue bugie, che non riuscivo più a sostenere e a portare avanti. A quel punto, meglio la morte. Mille volte meglio. Almeno posso raccontare la mia storia, posso sfogarmi, aiutando così la gente a non commettere i miei stessi errori. Grazie. Per questo poco tempo, mi hai fatto rivivere." Quando si accasciò tra le mie braccia non feci nulla. Non una lacrima, non una parola. Ma dentro di me avvenne qualcosa: la grande matita del mio maschilismo si temperò un poco e scrisse nel mio animo, in modo indelebile, la storia di questa donna meravigliosamente viva, bella , intelligente e ambiziosa che, solo a causa dei tempi in cui è vissuta e della società in cui era inserita, non è riuscita a realizzarsi.

venerdì 11 settembre 2009

La biblioteca dei morti

La Biblioteca dei morti
Glenn Cooper
Questo romanzo ha inizio nell’anno 782,in una vecchia abbazia sull’isola di Vectis(Inghilterra),quando i monaci accolsero Octavus,un bambino dai capelli rossicci,dalla pelle biancastra e dall’aria affamata.Il ragazzino rimaneva in disparte da tutti e aveva sempre lo sguardo fisso nel vuoto.Ma un giorno il piccolo Octavus prende una pergamena e un calamaio e inizia a scrivere un’infinità di nomi affiancati da date.Nomi in varie lingue anche lingue sconosciute.Un enorme elenco inquietante. Questo romanzo ha inizio il 12 febbraio 1947 a Londra quando un membro del governo,Winston Churchill prende una decisione che lo tormenterà giorno e notte sino alla fine dei suoi giorni.Cercando di proteggere quello che quei semplici uomini avevano scoperto.Non erano semplici resti di un’antica biblioteca di monaci ma era la scoperta che avrebbe portato alla fine del mondo.Decisione atroce ma necessaria. Questo romanzo ha inizio il 10 Luglio 1947 a Washington quando il presidente della prima bomba atomica,Harry Truman,scopre un segreto che,se divulgato,causerebbe un enorme panico fra la popolazione mondiale.Un segreto celato al mondo al fine di non causare un incredibile disastro.Un segreto antichissimo ma altrettanto vicino. Questo romanzo ha inizio il 21 maggio 2009 a New York, quando il giovane David Swisher riceve una cartolina anonima da Las Vegas,sulla quale c’è una data affiancata da una bara.L’indomani muore.La stessa sorte colpisce altre sei persone.Sei persone con una sola cosa in comune.Destino crudele e morti inaspettate. Questo romanzo è cominciato e tutti noi ci siamo ancora dentro ma non lo sappiamo.Perchè nulla è casuale.Perchè tutto è già stato previsto.Perchè nulla e nessuno può cambiare il destino.Perchè il nostro destino e quello di tutta l’umanità è già stato scritto.Ma il destino di ogni uomo fortunatamente è sepolto nell’oscuro silenzio.

venerdì 4 settembre 2009

*Un Segreto Nel Cuore*



Un Segreto Nel Cuore di Nicholas Sparks

La vita può continuare dopo la morte della propria moglie,dopo un tragico divorzio e dopo aver ucciso,anche se accidentalmente,una persona?Miles,sostenunto dall'amore per il figlio Jonah,cerca di andare avanti,nonostante la voglia di sapere chi ci fosse al volante la notte in cui sua moglie Missy era stata investita gli rende la vita un inferno.Sarah,riconoscendo da buona insegnante in Jonah dei problemi,si offre di aiutarlo,finendo per condividere con Miles qualcosa che va oltre il comune affetto per per il bambino.Brian,invece,si troverà di fronte alla famiglia della donna che ha investito e,nel confessare la sua colpa,romperà nuovamente gli equilibri della vita di Miles,ferendo non solo lui ma anche la persona che ama di più al mondo,sua sorella Sarah.Sembrerà strano,ma il personaggio in cui ci si può più facilmente identificare è Brian.A tutti è capitato almeno una volta nella vita di trovarsi davanti ad un bivio e di non sapere che strada scegliere perchè fare una qualsiasi scelta avrebbe voluto dire far soffrire qualcuno,cambiare la vita di qualcun altro,sentirsi responsabili per tutte le future conseguenze.E a tutti è capitato di starsene lì,incapaci di riuscire a scegliere e di stare male nel tenersi tutto dentro,finendo così per rovinarci lunghi o brevi momenti di vita nell'attesa di capire quale sia la cosa giusta da fare.Ma non tutti,al contrario di Brian,riusciamo a trovare il coraggio di assumerci le proprie responsabilità e fare la cosa giusta.


















mercoledì 2 settembre 2009

La città della gioia (Dominique La Pierre)

La città della gioia è un romanzo che ci proietta nella dura realtà dell’India dove la gente vive nella più grande miseria, nella sporcizia e nella mancanza di cibo. Più che solo un semplice libro a me da l’idea di una vera e propria lezione di vita che ci fa rendere conto di quanto in una povera megalopoli come Calcutta ci possa essere gente che, come afferma Dominique La Pierre, non ha niente ma tuttavia possiede tutto e continua a sperare. Ed è proprio per questo che il quartiere dove giungono i tre protagonisti del romanzo è chiamato “Città della gioia”. Il primo protagonista è Hasari Pal, contadino che a causa di inondazioni e altri disastri naturali è costretto a trasferirsi con la sua famiglia a Calcutta dove, dopo aver affrontato mille difficoltà, riesce a trovare un lavoro come guidatore di un risciò. Il secondo protagonista è Paul Lambert, missionario giunto dalla Francia per aiutare chi è meno fortunato di noi. Nonostante le iniziali difficoltà nell’ambientarsi e nel farsi accettare dalla comunità, Paul riesce a realizzare il suo grande desiderio di essere d’aiuto agli altri. Il terzo ed ultimo protagonista è Max Loeb, medico statunitense che, dopo aver letto un annuncio pubblicato da Lambert a causa di mancanza di assistenze mediche, decide di andare all’avventura di qualcosa che lo renda felice.
Mi rendo conto di quanto siamo piccoli di fronte a tali persone che hanno il coraggio di andare alla scoperta di una quotidianità così diversa dalla nostra ma, allo stesso tempo, così ricca d’ amore, solidarietà e fratellanza.
L’autore del libro ha davvero vissuto il viaggio nella città di Calcutta e tra tante cose scrive di essere stato nella casa che Madre Teresa aveva battezzato “Il Dono d’Amore” ed è proprio lì,davanti a quella casa, che vi era appeso un manifesto con dei versi che proprio lei aveva scritto. Questi dicevano:

La vita è un’opportunità,coglila.
La vita è bellezza,ammirala.
La vita è beatitudine,assaporala.
La vita è un sogno,fanne una realtà.
La vita è una sfida,affrontala.
La vita è un dovere,compilo.
La vita è un gioco,giocalo.
La vita è preziosa,abbine cura.
La vita è una ricchezza,conservala.
La vita è amore,godine.
La vita è un mistero,scoprilo.
La vita è promessa, adempila.
La vita è tristezza,superala.
La vita è un inno,cantalo.
La vita è una lotta,accettala.
La vita è una tragedia,afferrala corpo a corpo.
La vita è un’avventura,rischiala.
La vita è felicità,meritala.
La vita è la vita,difendila.
Madre Teresa

"Mille splendidi soli"



Laila e Mariam,due giovani ragazze,due vite molto diverse,ma accomunate dalla brutale realtà che affliggeva e che affligge tutt'oggi il mondo afgano.In un periodo a noi recente,quando la guerra faceva strage di innocenti vite umane,le poche restanti erano infelici per qualche disgrazia...ma le più infelici erano proprio le donne,che non avevano nessun ruolo all'interno della società e che con l'arrivo dei talebani sono state costrette ad abbandonare ogni minima speranza di autonomia e libertà.Nel caso di Laila e Mariam,come del resto in altre migliaia di circostanze,dopo aver subito il tragico lutto dovuto alla perdita dei genitori, sono state costrette a sposarsi pur di non morire nella miseria e per poter risultare almeno esistenti all'interno di una società corrotta e maschilista,carcerando a vita i loro sogni e le loro aspirazioni senza più alcuna via d'uscita...

Ma nonostante tutto la speranza di poter vivere la vita da loro sempre sognata è l'ultima a morire e quindi attraverso dure lotte,impossibili rinunce e infinite sofferenze alla fine riusciranno a concludere in tranquillità la loro vita, però per sempre segnata dal dolore,ma con una nuova luce di viva speranza.

"Non si possono contare le lune che brillano sui tetti ne i mille splendidi soli che si nascondono dietro i suoi muri",quelli di una patria macchiata dal sangue e dal dolore di mille innocenti.

martedì 1 settembre 2009

*Le Pagine Della Nostra Vita*


Le pagine della nostra vita-Nicholas Sparks

… un altro libro che mi ha colpito sin dal titolo e essendo la seconda volta che un titolo mi colpisce e che il libro mi stupisce.. inizierò a fidarmi di me stessa un po’ più spesso.. comunque sia il libro racconta di due ragazzi Allie e Noah che si conoscono durante una magica estate e si innamorano perdutamente. Dopo le vacanze la loro storia sembra destinata a finire;infatti lui è un umile operaio di paese, e lei essendo una ricca signorina di città deve seguire e soddisfare i voleri della famiglia. Passano gli anni, passa la guerra, Noah e Allie conducono due vite completamente diverse, ma il filo che li univa sembra non essersi spezzato poiché Allie, prima di sposarsi, decide di andare nel paese dove ha lasciato un pezzetto del suo cuore per capire se la strada che sta seguendo(cioè quella di unirsi a Lon in matrimonio) è quella giusta. E in effetti capirà molte cose... Già dal principio conosciamo la fine in quanto ci vengono presentati loro due da anziani, marito e moglie. Lei è malata, non ricorda nulla se non durante brevi attimi di lucidità in cui ritorna al presente grazie agli sforzi di Noah che pazientemente, ogni giorno, le racconta la storia della loro vita. Una vita fatta di così tante gioie, conquistate così duramente, che non può essere dimenticata, non deve essere dimenticata, un amore grande come il loro vale ogni sforzo e si appaga del più piccolo gesto. Allie e Noah si innamorano e dopo anni si ritrovano per stare insieme. E sarà così per sempre. Questo libro mi ha colpito in quanto leggendo e capendo che ogni tanto Allie si ricordava del suo amato nonostante la malattia, vuol dire che in fondo in fondo l’amore ha il potere di far ricordare tutto anche in situazioni come queste, dove la memoria viene man mano cancellata dalla malattia…